Nel 1996 mi misi in testa di cercare lavoro come vignettista. Già 2-3 anni prima avevo creato 2 illustrazioni per pubblicizzare i miei disegni su magliette, dipinte a mano, che fra le mie amiche avevano riscosso successo. Le affissi in giro per l’Università, ma nessuno chiamò mai.
Poi, non so perché, agli inizi del 1996 cercai di lavorare come vignettista e cominciai a pubblicare annunci sul settimanale romano «Porta Portese».
E qualcuno finalmente chiamò.
Da quel momento, e per i successivi due anni, ebbi diverse collaborazioni, disegnando di tutto: da vignette per prodotti calcistici, a personaggi e oggetti da riportare su piatti di porcellana, a illustrazioni e personaggi per un’azienda alimentare, a vignette per gadget e poster a, infine, illustrazioni per biglietti d’auguri, vignette pubblicitarie e per riviste.
Non fu, comunque, un lavoro a tempo pieno: ero un vignettista su richiesta, se possiamo dire così. Ma oggi, e in Italia, si può lavorare come vignettista a tempo pieno?
Lavorare come vignettista per un quotidiano
Una volta arrivai fino alla provincia di Verona per parlare con un giornalista del quotidiano «L’Arena». Gli portai alcune fotocopie delle mie vignette, ma il quotidiano aveva già un vignettista.
Non so se sarei riuscito a fare il vignettista per un quotidiano: non seguo la politica né gli eventi mondani. Dunque, cosa avrei potuto disegnare?
Il vignettista per quotidiani è anche un caricaturista e io non lo sono. E poi per quale quotidiano? Ogni giornale è schierato politicamente e io non lavorerei mai per un giornale lontano dalle mie idee politiche.
È possibile disegnare vignette per un quotidiano come mestiere a tempo pieno, a patto che sia un quotidiano nazionale, a grande tiratura, che richieda vignette ogni giorno, così da assicurare al vignettista un buono stipendio.
Lavorare come vignettista per una rivista
Negli anni passati le mie vignette sono apparse sulle riviste «Il Mercatino del Collezionista» e «Capsule» (riviste di collezionismo pubblicate dalla Golden Italia Editrice), «Gente Motori» e «Tutto Moto» (riviste pubblicate da Rusconi).
Sono state collaborazioni interessanti, perché per la prima volta avevo delle scadenze ferree da rispettare e anche perché ho potuto disegnare di vari temi.
Una rivista è di solito settimanale o mensile. Io ho collaborato soltanto per 4 riviste mensili. Se anche avessi disegnato tutti i mesi vignette per le 4 riviste, non avrei avuto neanche la metà di uno stipendio da part-time.
Per un settimanale magari è diverso. Prendiamo la «Settimana Enigmistica»: quante vignette pubblica in un numero? Ho qui davanti a me un vecchio numero, è del 7 marzo 1992, e ne ho contate 90! Più 10 strisce. Ho escluso le vignette disegnate con stile realistico.
Sono disegnate da vari disegnatori, certo, ma a ognuno di loro ne avranno affidate un certo numero, che moltiplicato per 4 settimane ecco che in un mese fa uno stipendio.
Vignettista per privati
C’è poco lavoro e anche saltuario. Inoltre c’è sempre il problema del prezzo. Pochi sono disposti a pagare 100 euro per una vignetta a colori. Siamo nel 2019 e non riesco a fare i prezzi che facevo nel 2004. Assurdo.
Morale della favola? Lavorare come vignettista è difficile, ma l’arte è un richiamo a cui difficilmente si resiste.