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Essere vignettista nell’era preinternet

Essere vignettista nell’era preinternet

Quando ho iniziato ad avere collaborazioni come vignettista, nell’estate del 1996, di internet non si parlava ancora o se ne parlava pochissimo. In realtà internet esisteva in Italia già 10 anni prima, nel 1986, ma era relegata al mondo scientifico e governativo.

Io stesso ho iniziato a navigare nel web nel 1998/1999, nell’ufficio dove lavoravo. Allora si pagava un abbonamento annuo per collegarsi alla rete. Noi in azienda eravamo abbonati a Italia online.

Cercare lavoro come vignettista nell’era preinternet

In un altro articolo ho parlato di come ho iniziato ad avere collaborazioni disegnando vignette e illustrazioni a partire dal 1996: pubblicavo un annuncio di lavoro, “Disegnatore vignettista offresi…”, e lasciavo il telefono di casa.

Gli annunci apparivano in un giornale romano, quindi i contatti che ricevevo erano ovviamente limitati alla città di Roma.

Non so se esistessero giornali di annunci per tutto il territorio nazionale, ma senza email avrei dovuto spedire i miei disegni per posta. Come hanno sempre fatto tutti i fumettisti prima che arrivasse il web.

In un certo senso rimpiango quei tempi. Il giovedì mi recavo alla redazione del giornale «Porta Portese» e consegnavo il tagliando con il mio annuncio, che avevo scritto a casa. Poi aspettavo che arrivassero il martedì e il venerdì (il giornale esce in quei due giorni).

Di solito la telefonata di lavoro giungeva il giorno stesso dell’uscita del giornale, raramente il giorno dopo. Tenevo un foglio in cui segnavo tutte le chiamate ricevute: giorno, mese e anno, chi chiamava, cosa richiedeva e se il contatto andava in porto o meno.

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C’è stato qualcuno che mi ha fatto disegnare ma non ha mai pagato.

  1. Vignette per pubblicizzare sistemi d’allarme: i due tizi non avevano un ufficio e mi diedero appuntamento a un bar. Approvarono la mia bozza, ma all’appuntamento per consegnare la vignetta (e riscuotere) non si fece vedere nessuno. Al telefono, poi, accamparono scuse banali.
  2. Vignette per un libro sul codice della strada: c’era di mezzo il Ministero dei Trasporti. Fui contattato da un’azienda incaricata di creare il libro. Disegnai decine di vignette, ma nessuno mi pagò.
  3. Fumetti umoristici di fantascienza: c’erano di mezzo il Ministero dell’Istruzione e quello della Finanza. Come prima, fui contattato da un’azienda incaricata di realizzare il fumetto, una sorta di “Fumetti in TV”, con vignette in formato A4. Dopo aver disegnato la prima vignetta a colori e la seconda a matita, decisero di cambiare disegnatore senza avvertirmi (e senza pagarmi).

Essere vignettisti nell’era preinternet aveva un certo fascino, che oggi s’è perso. I contatti erano meno freddi. È la stessa virtualità a raffreddare le relazioni. Il web avvicina le persone, ma forse le rende allo stesso tempo più distanti.

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