Alla fine degli anni ’90 – era quasi sicuramente il 1997 – sono stato contattato da un piccolo editore di Roma che pubblicava biglietti d’auguri. Deve aver chiuso, perché non sono più riuscito a trovarlo né ho più visto in giro i suoi biglietti.
Era la prima volta che lavoravo per un editore. Si trovava nella periferia est di Roma e impiegavo quasi un’ora per arrivarci. L’ufficio era in pratica a casa sua, in una villetta.
Mi commissionò una serie di biglietti d’auguri e io preparai alcuni bozzetti da sottoporgli. A quel tempo nessuno aveva l’email né io avevo uno scanner, quindi restavano due modi per mostrare le bozze: spedirle via fax, da scartare perché la fotocopia di un disegno a matita spedita per fax avrebbe prodotto un foglio pressoché bianco, o portarle di persona, cosa che feci.
Me ne approvò 5, mi disse il prezzo – a quel tempo 100.000 lire (prezzo giusto, come m’aspettavo) – e io li disegnai. In quel periodo coloravo i miei disegni con delle “matite cretose”, cioè dei gessetti a matita, e poi fissavo il disegno con un fissativo.
Gli sottoposi anche una serie di biglietti d’auguri sul calcio, che invece scartò. Ho ancora quei bozzetti. Sono ormai disegni molto vecchi, il mio stile è mutato, ma intendo riprenderli per sottoporli a un altro editore.
I 5 biglietti di compleanno che disegnai, invece, non furono pubblicati. L’editore disse che in stampa la resa non era stata buona per via dei miei gessetti, ma mi pagò lo stesso. Grazie a lui, comunque, conobbi per la prima volta i pennarelli Pantone (gli altri suoi disegnatori usavano quelli per colorare i biglietti) e da quel momento, fino a qualche anno fa, colorai con quella tecnica.
Disegnare biglietti d’auguri per varie ricorrenze è un’attività ideale per un vignettista, un lavoro che ho sempre apprezzato, anche se la mia ultima collaborazione, che risale al 2011, è stata negativa.
Per un editore siciliano ho realizzato almeno 30 bigliettini d’auguri per battesimo, comunione, cresima, compleanno e matrimonio. Erano di piccole dimensioni, come quelli che si trovano nelle bomboniere.
Ho dovuto faticare per farmi pagare un anticipo del 30%, ho spedito i disegni, ma il saldo del 70% non mi è stato mai pagato. Il tipo accampò delle scusi banali, così gli feci scrivere da un avvocato, ma senza risultato. L’esperienza insegna, no?
Ho avuto l’idea di disegnare e mettere in commercio biglietti augurali vent’anni fa. Mi misi a creare appositamente disegni a tema (soprattutto natalizio) con uno stile umoristico molto ispirato a Jacovitti (toh…eccone un altro!). Avevo testa e idee -modestia a parte- anche niente male!
Ho fatto sia un errore di valutazione che uno sbaglio grave:
1) Sono arrivato fuori tempo massimo, quando ormai anche la cartolina balneare era in caduta libera. Tentare ora che gli auguri si mandano via social, il naufragio sarebbe totale. A meno di non accettare di disegnare in cambio della consueta visibilità ma a fondo perduto.
2) Ho avuto la pessima trovata di volerli vendere personalmente alla bancarella dei mercatini. Risultato: IGNORATI DA TUTTI, neanche avessi messo in vendita merde di cane.
Inutile dire che da allora non mi sono più azzardato a proporre biglietti augurali a nessuno.
Ciao Roberto, benvenuto nel blog. Oggi infatti proporre biglietti d’auguri umoristici come i nostri non porta a niente. L’avvento dei social e di tanti siti che offrono biglietti gratis da inviare ha rovinato il mercato. Soprattutto sono i siti con immagini gratuite a rappresentare un concorrente impossibile da battere.